1. A01.
Lavoro, produttività e struttura dell'economia
L'eredità della recessione si legge in tutta la sua drammaticità nel mercato del lavoro. Nel 2014 il tasso di disoccupazione raggiungeva quasi il 13 per cento, più del doppio che nel 2007 (figura allegata); quello dei più giovani (tra i 15 e 24 anni) dal 20 passava a oltre il 40 per cento; i valori erano notevolmente più alti nel Mezzogiorno. Anche se negli ultimi anni si sono registrati miglioramenti di rilievo grazie alla ripresa ciclica, agli sgravi contributivi e ai provvedimenti volti a migliorare l'efficienza del mercato del lavoro, alla fine del 2017 la disoccupazione superava ancora l'11 per cento.
Soprattutto, nel nostro paese resta bassa l'occupazione: solo il 60 per cento delle persone tra i 20 e i 67 anni ha un impiego; è occupata appena una donna su due. Tra i giovani con meno di 30 anni, circa un quarto, un terzo nel Mezzogiorno, non ha un lavoro né è impegnato in un percorso formativo. Si tratta di valori lontani da quelli di gran parte degli altri paesi europei, nei quali l'assorbimento della disoccupazione è stato più rapido e più marcato. Si è ampliato il divario tra la qualità degli impieghi offerti e le aspirazioni dei lavoratori: le rilevazioni dell'ISTAT indicano che la quasi totalità degli occupati dipendenti a termine vorrebbe un contratto di lavoro permanente; due terzi dei lavoratori a tempo parziale desidererebbero un impiego a tempo pieno, contro il 40 per cento di dieci anni fa. Sono peggiorati gli standard di vita delle famiglie, soprattutto di quelle più disagiate.
La questione del lavoro è centrale. Riguarda l'integrazione sociale e la stessa identità personale. Sul piano economico non va vista solo come un problema congiunturale: il potenziale di crescita dell'economia dipende dalla quantità e dalla qualità della forza lavoro e dalla capacità del sistema produttivo di darle un impiego adeguato. Le tendenze demografiche e tecnologiche giocano un ruolo importante, che si accrescerà negli anni a venire. Secondo le previsioni demografiche prodotte nel 2018 dall'ISTAT, che pure ipotizzano un afflusso netto di circa 165.000 immigrati all'anno, nei prossimi trent'anni la popolazione di età compresa fra i 20 e 69 anni si ridurrà di oltre 6 milioni di unità, mentre la popolazione con oltre 70 anni di età salirà a circa il 30 per cento del totale, con ripercussioni importanti sulla composizione dell'occupazione e un ulteriore sviluppo della domanda di servizi di cura, assistenza e sanità, dove già negli ultimi vent'anni si era concentrato oltre un terzo dell'incremento del numero degli occupati. Un aumento della partecipazione al lavoro e un inserimento efficace e razionale degli immigrati non potranno che essere elementi necessari per lo sviluppo futuro del paese. Ma occorre che torni a crescere la produttività.
Ristabilisci la successione in cui gli argomenti elencati qui sotto vengono esposti nel testo,
inserendo il giusto numero di fianco a ciascuno di essi.
2. A02.
In che modo si quantificano nel testo letto in precedenza i dati relativi alla questione del lavoro?
Seleziona Vero oppure Falso per ogni affermazione di seguito riportata:
7. A7.
L'eredità della recessione si legge in tutta la sua drammaticità nel mercato del lavoro. Nel 2014 il tasso di disoccupazione raggiungeva quasi il 13 per cento, più del doppio che nel 2007 (figura allegata); quello dei più giovani (tra i 15 e 24 anni) dal 20 passava a oltre il 40 per cento; i valori erano notevolmente più alti nel Mezzogiorno. Anche se negli ultimi anni si sono registrati miglioramenti di rilievo grazie alla ripresa ciclica, agli sgravi contributivi e ai provvedimenti volti a migliorare l'efficienza del mercato del lavoro, alla fine del 2017 la disoccupazione superava ancora l'11 per cento.
Soprattutto, nel nostro paese resta bassa l'occupazione: solo il 60 per cento delle persone tra i 20 e i 67 anni ha un impiego; è occupata appena una donna su due. Tra i giovani con meno di 30 anni, circa un quarto, un terzo nel Mezzogiorno, non ha un lavoro né è impegnato in un percorso formativo. Si tratta di valori lontani da quelli di gran parte degli altri paesi europei, nei quali l'assorbimento della disoccupazione è stato più rapido e più marcato. Si è ampliato il divario tra la qualità degli impieghi offerti e le aspirazioni dei lavoratori: le rilevazioni dell'ISTAT indicano che la quasi totalità degli occupati dipendenti a termine vorrebbe un contratto di lavoro permanente; due terzi dei lavoratori a tempo parziale desidererebbero un impiego a tempo pieno, contro il 40 per cento di dieci anni fa. Sono peggiorati gli standard di vita delle famiglie, soprattutto di quelle più disagiate.
La questione del lavoro è centrale. Riguarda l'integrazione sociale e la stessa identità personale. Sul piano economico non va vista solo come un problema congiunturale: il potenziale di crescita dell'economia dipende dalla quantità e dalla qualità della forza lavoro e dalla capacità del sistema produttivo di darle un impiego adeguato. Le tendenze demografiche e tecnologiche giocano un ruolo importante, che si accrescerà negli anni a venire. Secondo le previsioni demografiche prodotte nel 2018 dall'ISTAT, che pure ipotizzano un afflusso netto di circa 165.000 immigrati all'anno, nei prossimi trent'anni la popolazione di età compresa fra i 20 e 69 anni si ridurrà di oltre 6 milioni di unità, mentre la popolazione con oltre 70 anni di età salirà a circa il 30 per cento del totale, con ripercussioni importanti sulla composizione dell'occupazione e un ulteriore sviluppo della domanda di servizi di cura, assistenza e sanità, dove già negli ultimi vent'anni si era concentrato oltre un terzo dell'incremento del numero degli occupati. Un aumento della partecipazione al lavoro e un inserimento efficace e razionale degli immigrati non potranno che essere elementi necessari per lo sviluppo futuro del paese. Ma occorre che torni a crescere la produttività.
Stabilisci, per ciascuna delle parole dell'elenco (evidenziate nel testo),
se funge da soggetto o da complemento oggetto.
8. A08.
Osserva il grafico
Seleziona Vero oppure Falso per ogni affermazione di seguito riportata:
9. A09.
Nelle frasi seguenti, inserisci negli spazi i segni di interpunzione corretti, scegliendoli fra quelli proposti.
10. A10.
Stabilisci in quale caso va utilizzato l'accento.
Seleziona Se oppure S’è o Sé per ogni affermazione di seguito riportata:
11. A11.
Nelle frasi seguenti, sostituisci ai puntini la parola adatta scegliendo fra: E-È-SE-SÈ-NE-NÈ
12. A12.
Nelle seguenti parole indica se sulle vocali e ed o va posto l’accento grave (è, ò) oppure quello acuto ( é, ó )
A - pelle
B - cesto
C - foglia
D - gomito
E - stella
16. A16.
Completa le seguenti frasi con HAI, AI AHI, HA, A, AH
selezionando le opzioni corrette!
17. A17.
Indica se le interiezioni nelle seguenti frasi sono
interiezioni proprie, interiezioni improprie o locuzioni interiettive.
Seleziona proprie oppure improprie o interiettiveper ogni affermazione di seguito riportata:
20. A20.
Raggruppa gli aggettivi elencati, secondo il tipo di alterazione.
23. A23.
In ogni frase vedi la parola LA o LA'.
Scrivi se si tratta dell'articolo determinativo LA, del pronome personale LA oppure dell'avverbio di luogo LA'
24. A24.
Indica la funzione delle parole tra parentesi nelle seguenti frasi, scegliendola tra quelle proposte.
25. A25.
Nelle seguenti frasi individua e evidenzia gli attributi e indica con AS gli attributi del soggetto,
con APN quelli del predicato nominale e con AC quelli del complemento
(attezione alcune frasi contengono piu' elementi!)